Catello Maresca, 49 anni, napoletano, magistrato di professione, scrittore per diletto e interesse culturale. Dal 2007 al 2018 è stato sostituto procuratore presso la Direzione distrettuale antimafia di Napoli, occupandosi delle principali inchieste contro la mafia casalese e contribuendo in maniera determinante alla decapitazione dei vertici della cosca e al sequestro di centinaia di milioni di euro dei patrimoni criminali. A causa della sua attività di magistrato Maresca ha subito più volte minacce di morte. È stato infatti svelato più di un piano per ucciderlo. Per questo motivo è sotto scorta dal 2008. Auto blindate e uomini armati per proteggerlo giorno e notte perché il clan dei Casalesi ha giurato vendetta contro il magistrato, che ha coordinato decine di operazioni alla guida di squadre di poliziotti, carabinieri e finanzieri.
In magistratura sin dal 1999, nel corso della sua carriera si è occupato nei primi anni di reati finanziari e criminalità economica, per poi passare nel 2007 alla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Ha coordinato e diretto le operazioni che hanno portato il 7 dicembre del 2011 all'arresto di Michele "Capastorta" Zagaria, il capo dei capi dell'organizzazione camorristica del clan dei Casalesi, primula rossa inacciuffabile per 16 anni. Maresca ha rappresentato l’accusa nel processo al gruppo criminale stragista del clan dei Casalesi, capeggiato dal sanguinario killer Giuseppe Setola, arrestato anch’egli dopo mesi di latitanza, che ha pagato con l’ergastolo anche la strage degli africani commessa lungo la statale domiziana.
Come magistrato italiano Maresca ha poi preso parte all'operazione Gomorrah, coordinata da Euojust, dedicata alla repressione del traffico internazionale di merce contraffatta, uno dei reati più pericolosi con cui le mafie si arricchiscono e mettono in ginocchio l’imprenditoria legale. Già sostituito procuratore presso la Procura Generale di Napoli, attualmente in attesa di nuova assegnazione a seguito di aspettativa elettorale. Per i successi conseguiti nella lotta alla mafia Maresca è stato insignito del basco verde della Guardia di Finanza honoris causa e di commercialista ad honorem; ha ricevuto inoltre la cittadinanza onoraria da alcuni Comuni italiani come Ischia, Sassano, Cellole, Nusco, Casaluce. Oltre a numerosi riconoscimenti che hanno inteso premiare il coraggio del magistrato e i successi conseguiti nella lotta al clan dei Casalesi. Tra i tanti il Premio Borsellino, il Premio Livatino, il Leone d’oro a Venezia e il Premio Caponnetto. Dal 2018 è docente di Diritto e Legislazione antimafia presso l’Università Vanvitelli di Napoli.
Il magistrato ha partecipato a centinaia di incontri nelle scuole di tutta Italia ed ha promosso la cultura della legalità attraverso numerose pubblicazioni. È autore assieme a Francesco Neri de “L'ultimo bunker. La vera storia della cattura di Michele Zagaria, il più potente e più feroce boss dei Casalesi”, Garzanti, 2012; “Male capitale. La misera ricchezza del clan dei Casalesi”, Giapeto, 2016; con il giornalista Paolo Chiariello ha scritto “La mafia è buona!”, Rogiosi, 2018. Nel 2021 - sempre per Rogiosi - è uscito il suo primo romanzo “NCO Le radici del male”. Maresca ha scritto anche un “Manuale di legislazione antimafia: diritto sostanziale e processuale, Napoli”, Rogiosi, 2020.
Pochi conoscono, invece, il Catello Maresca impegnato come volontario in associazioni che si occupano di cura e assistenza dei poveri o che nel tempo libero si dedica alla formazione professionale, l’insegnamento di un mestiere e la collocazione al lavoro di ragazzi difficili di Napoli che hanno alle spalle storie terribili di reati commessi, arresti, carcere e rientro in società senza arte né parte. A tale scopo ha fondato insieme all’editore e imprenditore Rosario Bianco l’Accademia delle Arti, Mestieri e Professioni.
